giovedì 7 giugno 2012

L'uomo che fuggì dal futuro


E’ triste dover ricordare un grande scrittore al momento della sua scomparsa, ma forse questo è un caso speciale…Ray Bradbury è mancato il 5 giugno, all’età di 91 anni. Un uomo proiettato più che mai, con la sua intera opera, nel futuro e che come nessun’altro è riuscito ad immaginarlo, tant’è che ancora oggi, nel nostro quotidiano, sui giornali, nelle conquiste dell’uomo contemporaneo ritroviamo gli scenari dei suoi racconti, spesso con una precisione quasi inquietante.
Eppure era proprio quello che si dice “un uomo d’altri tempi”: apprendiamo nelle consuete biografie dei quotidiani di questi giorni che giudicava le automobili come una “pestilenza che aveva mietuto più vittime di una guerra mondiale”, “abbiamo troppi telefonini, troppo internet, troppe macchine ormai, dobbiamo liberarcene”. Aveva impedito la commercializzazione in versione e-reader dei suoi libri, lavorava (finchè le condizioni fisiche gliel’hanno permesso) con la sua mitica macchina per scrivere…
Insomma Ray era uno che conosceva così bene la natura umana (tanto da maturare delle così originali e personali convinzioni sulla società odierna) da poterne delineare lucidamente le evoluzioni future: “No, io non ho mai cercato di prevedere il futuro: ho cercato di prevenirlo"; i suoi maggiori ispiratori furono Hemingway e i fumetti, soprattutto i Peanuts (ricordate Snoopy e i suoi incompiuti incipit letterari?), la sua vocazione il genere fantascienza e fantasy, ma calati profondamente nella realtà quotidiana.
Nella nostra biblioteca possiamo trovare ovviamente il suo capolavoro Fahrenheit 451, anche nella versione cinematografica di Truffaut, nonché altre raccolte di racconti (genere in cui riusciva a realizzare autentici capolavori). Ma i suoi libri sono facilmente reperibili ovunque, a chi vuole avvicinarsi alla sua prolifica opera ci sentiamo di consigliare anche Cronache marziane (da cui abbiamo tratto un brano per una lettura “al buio” in occasione di m’illumino di meno qualche anno fa), Le auree mele del sole, Il popolo dell’autunno, Viaggiatore del tempo, solo per citare qualche altro caposaldo.
Ma Fahrenheit 451 è impressionante: vi si bruciano i libri, la cultura è sostituita dalla televisione, in ogni casa gli schermi giganti interagiscono direttamente con noi, ognuno si sente protagonista di un mondo dorato , ma terribilmente vacuo e che genera soprattutto una banale omologazione:
"...sapete cosa ho scoperto?»
«Che cosa?»
«Che la gente non dice nulla»
«Oh, parlerà pure di qualche cosa, la gente!»
«No, vi assicuro. Parla di una gran quantità di automobili, parla di vestiti e di piscine e dice che sono una meraviglia! Ma non fanno tutti che dire le stesse cose e nessuno dice qualcosa di diverso dagli  altri..."
Il messaggio di questo libro, che forse è il messaggio più importante di Ray Bradbury, è che anche nei momenti che sembrano più bui non dobbiamo, non possiamo perdere la speranza. La “resistenza” può passare attraverso tante modalità, e quella suggerita è nel conservare un tesoro per il domani, per coloro che verranno, per dare loro una base, una memoria, un modo per ricominciare, un libro per esempio.
"Noi non siamo che copertine di libri, il cui solo significato è proteggerli dalla polvere".
Se amate questo autore e volete citare il vostro racconto preferito, usate i commenti!
Christian S.

1 commento:

  1. "Accendi la notte" è un libro per bambini (e non solo!), scritto da Ray Bradbury e tradotto da Carlo Fruttero. La storia: un bambino riempie la sua casa di luci, per paura della notte e della solitudine. Finchè... arriva Buia, una bambina coraggiosa, che lo aiuta a capire che, spegnendo la luce, si possono apprezzare molte cose... e la notte finisce per essere più attraente del giorno.

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