giovedì 27 dicembre 2012

Tante, troppe coincidenze. Ma il finale...


Le festività natalizie possono essere un buon momento per leggere qualche nuovo libro. Lo spunto e la curiosità possono venire anche da una recensione. Oggi vi proponiamo quella di Stefania Neso, che ha letto e commentato il libro "Un lungo fortissimo abbraccio" di Lorenzo Licalzi.


Due vincoli d'amore.
Blanca e Sean sono giovani sposi legati da un amore travolgente, appassionato, intenso e profondo. Il giorno stesso del loro matrimonio, Sean muore accoltellato per difendere Blanca da un gruppo di ubriachi che la vogliono violentare.
David ed Hellen formano una coppia indissolubile: da una vita sono l'uno accanto all'altra, uniti da un amore fedele, "Tradirci mai (…) perché se ci si ama, se ci si rispetta, non può succedere".
David è affetto da una grave malattia degenerativa che lo porterebbe presto a morire, ha una sola possibilità di sopravvivere: sottoporsi ad un trapianto di corpo… Sì, di tutto il corpo: di "originale", di veramente suo, rimarrebbe soltanto il cervello, unico organo non colpito dalla malattia.
David accetta di essere trapiantato e il donatore è il giovane ed affascinante  Sean.
Quanti dubbi, quanti dilemmi interiori suscita nel protagonista e nella sua compagna questa scelta. Sarò ancora io? Vivrò le stesse emozioni? Chi mi sta attorno saprà riconoscere me in questo nuovo corpo, al di là dell'aspetto esteriore?
Il cuore di queste domande è cosa sia l'uomo, quale sia la sua essenza, quale la sua natura sostanziale.
L'uomo è unità di corpo e di anima. Ogni uomo è il suo pensiero, la sua mente, la sua razionalità uniti a quel corpo, quella fisicità, quella gestualità che ne fanno un essere unico.
L'uomo è relazione, è amore nelle sue molteplici forme: coniugale, filiale, materno, paterno, eterosessuale, omosessuale… e il corpo è la porta che ci apre il cuore dell'altro: una calda mano che ci accarezza, uno sguardo complice che cerca i nostri occhi, un lungo fortissimo abbraccio che ci accoglie. Come potremmo ritrovare l'amato (o l'amata) nell'abbraccio di un altro corpo? E come potremmo sentirci ancora noi stessi dentro la pelle di un'altra persona?
David a volte è travolto dalle sensazioni che il corpo di Sean gli invia. Descrive l'incontro con Blanca come " tutto un susseguirsi di movimenti inevitabili" come se il corpo vivesse di una vita propria con "bisogni impellenti e necessità indifferibili"…" tutto quello che è accaduto è stato inevitabileperché non poteva non accadere".
A poco a poco la gestualità di David riemerge anche attraverso il nuovo corpo e solo in quel momento Helen lo riconosce come l'uomo di prima, quando ormai è troppo tardi.
Mi aspettavo che l'autore esprimesse, attraverso i vari personaggi, riflessioni più appassionate, pensieri più profondi, sentimenti più intimi…Invece sembra quasi giustificarsi con le parole di David "Se dovessi raccontare tutti i pensieri che in quel momento mi hanno attraversato e girato e girato per la mente, non finirei più". Peccato: è proprio ciò che il lettore si aspetta da questo libro!
Non mi sono piaciute le tante, troppe coincidenze… il nome Sean che il nuovo David si dà, la stessa casa in riva all'Oceano, il berretto di lana…fanno sembrare il romanzo uno di quei film in cui riesci a prevedere il susseguirsi degli avvenimenti.
Il finale, però, ad effetto, lascia a bocca aperta: un colpo di scena teatrale, raccontato straordinariamente bene…e quando chiudi il libro ti rimane un mezzo sorriso che ti fa dimenticare tutto quello che pagina dopo pagina hai sperato di trovare ma nel romanzo non c'è…ti rimane il piacere di un pomeriggio ormai autunnale trascorso in compagnia di un libro comunque avvincente, che leggi inevitabilmente tutto d'un fiato…buona lettura!

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