Per concludere l'anno in bellezza, vi proponiamo la recensione classificatasi terza nella categoria "21-99 anni" del concorso "Recensioni in ConCorso". L'ha scritta Luca Bianchin, 23 anni.
"Cronaca di una morte annunciata" è una storia semplice con una trama complicatissima.
Storia semplice: in un paesino (sullo sfondo caraibico) Santiago Nasar (il protagonista ventunenne) viene ucciso (per una colpa imputatagli) da due uomini armati di coltello (i fratelli Vicario).
Trama complicatissima: in un paesino (in cui tutti gli abitanti sanno della morte annunciata, ma nessuno riesce a impedirla) Santiago Nasar (l’unico a non sapere della sua morte annunciata) viene ucciso (per un sospetto, più che una colpa) da due uomini armati di coltello (i quali annunciano la morte con tanta insistenza da sperare segretamente di deludere il loro stesso annuncio).
Cronaca di una morte annunciata è, sinceramente, un capolavoro narrativo. Santiago Nasar nasce nel romanzo già morto. La sua morte è così fortemente annunciata, fin dalla prima pagina – anzi, fin dal titolo – che il lettore, benché si affezionerà alla triste sorte del protagonista, dovrà abbandonare ogni speranza di salvezza. Tutti gli abitanti del paesino sapevano; e tutti, volontariamente o meno, non sono stati in grado di fermare il delitto.
Per questo viene quasi naturale ammettere che la morte di Santiago Nasar fosse un destino tracciato su tela sottile.
Un destino, sicuramente, perché la sua morte è annunciata, ovvero inevitabile. «È come se fosse già morto», ripetevano i fratelli Vicario a chi cercava di persuaderli a riporre i coltelli là dove li avevano presi.
Tuttavia, sottile è la tela su cui questo destino è tracciato, perché ogni dettaglio pare frantumare l’idea di un Fato sovraumano, geometricamente pianificato. Ogni dettaglio, ogni piccolo avvenimento di quel giorno luttuoso è casuale. È casuale che il nome di Santiago Nasar esca dalla bocca della bella Angela Vicario; è casuale che Cristo Bedoya, volendo mettere in guardia l’amico, decida di cercarlo nel posto sbagliato (anche se, ovviamente, il più probabile); è casuale che la madre, Plácida Linero, spranghi la porta al figlio proprio quando questo tentava di rifugiarsi in casa dai suoi assassini; è casuale anche il primo errore della madre: fallire l’interpretazione dei due sogni che Santiago Nasar aveva fatto prima di morire.
Alla fine del romanzo il lettore non crederà di trovare traccia del realismo magico, che caratterizza invece altri libri di García Márquez. Questo perché non è attento, e cerca la magia nel posto sbagliato. Non c’è una realtà che deve fare i conti con la magia, ma è la magia, in questo caso, ad entrare violentemente nella realtà e a dissolversi in essa. Realtà è la successione degli avvenimenti, così come si sono svolti, successivi l’uno all’altro in modo storicamente ordinato. Magici, invece, sono i dubbi, le perplessità dei protagonisti; sono le coincidenze mancate, i presagi perduti, i segnali incompresi; sono le paure e le angosce dei sicari quando vanno a dare la morte annunciata; sono l’innocenza e la spensieratezza della vittima mentre si avvicina alla morte ignorata.
Reale è il Fato, nella sua puntuale dichiarazione di morte; magica è la morte, e il suo verificarsi accidentale. Reale è il destino di Santiago Nasar, morto in piazza sotto un cielo di sguardi omertosi. Magica (finalmente García Márquez ci dà la possibilità di dirlo!) è la realtà stessa, nella sua misteriosa dinamica, inaccessibile a qualsiasi occhio indagatore.
Reale è la storia semplice, magica la trama complicatissima.
lunedì 31 dicembre 2012
giovedì 27 dicembre 2012
Tante, troppe coincidenze. Ma il finale...
Le festività natalizie possono essere un buon momento per leggere qualche nuovo libro. Lo spunto e la curiosità possono venire anche da una recensione. Oggi vi proponiamo quella di Stefania Neso, che ha letto e commentato il libro "Un lungo fortissimo abbraccio" di Lorenzo Licalzi.
Due vincoli d'amore.
Due vincoli d'amore.
Blanca e Sean
sono giovani sposi legati da un amore travolgente, appassionato, intenso e
profondo. Il giorno stesso del loro matrimonio, Sean muore accoltellato per
difendere Blanca da un gruppo di ubriachi che la vogliono violentare.
David ed Hellen
formano una coppia indissolubile: da una vita sono l'uno accanto all'altra,
uniti da un amore fedele, "Tradirci mai (…) perché se ci si ama, se ci
si rispetta, non può succedere".
David è affetto
da una grave malattia degenerativa che lo porterebbe presto a morire, ha una
sola possibilità di sopravvivere: sottoporsi ad un trapianto di corpo… Sì, di
tutto il corpo: di "originale", di veramente suo, rimarrebbe soltanto
il cervello, unico organo non colpito dalla malattia.
David accetta di
essere trapiantato e il donatore è il giovane ed affascinante Sean.
Quanti dubbi,
quanti dilemmi interiori suscita nel protagonista e nella sua compagna questa
scelta. Sarò ancora io? Vivrò le stesse emozioni? Chi mi sta attorno saprà
riconoscere me in questo nuovo corpo, al di là dell'aspetto esteriore?
Il cuore di
queste domande è cosa sia l'uomo, quale sia la sua essenza, quale la sua natura
sostanziale.
L'uomo è unità
di corpo e di anima. Ogni uomo è il suo pensiero, la sua mente, la sua
razionalità uniti a quel corpo, quella fisicità, quella gestualità che ne fanno
un essere unico.
L'uomo è
relazione, è amore nelle sue molteplici forme: coniugale, filiale, materno,
paterno, eterosessuale, omosessuale… e il corpo è la porta che ci apre il cuore
dell'altro: una calda mano che ci accarezza, uno sguardo complice che cerca i
nostri occhi, un lungo fortissimo abbraccio che ci accoglie. Come potremmo
ritrovare l'amato (o l'amata) nell'abbraccio di un altro corpo? E come potremmo
sentirci ancora noi stessi dentro la pelle di un'altra persona?
David a volte è
travolto dalle sensazioni che il corpo di Sean gli invia. Descrive l'incontro
con Blanca come " tutto un susseguirsi di movimenti inevitabili"
come se il corpo vivesse di una vita propria con "bisogni impellenti e
necessità indifferibili"…" tutto quello che è accaduto è stato
inevitabile…perché non poteva non accadere".
A poco a poco la
gestualità di David riemerge anche attraverso il nuovo corpo e solo in quel
momento Helen lo riconosce come l'uomo di prima, quando ormai è troppo tardi.
Mi aspettavo che
l'autore esprimesse, attraverso i vari personaggi, riflessioni più
appassionate, pensieri più profondi, sentimenti più intimi…Invece sembra quasi
giustificarsi con le parole di David "Se dovessi raccontare tutti i
pensieri che in quel momento mi hanno attraversato e girato e girato per la
mente, non finirei più". Peccato: è proprio ciò che il lettore si
aspetta da questo libro!
Non mi sono
piaciute le tante, troppe coincidenze… il nome Sean che il nuovo David si dà,
la stessa casa in riva all'Oceano, il berretto di lana…fanno sembrare il
romanzo uno di quei film in cui riesci a prevedere il susseguirsi degli
avvenimenti.
Il finale, però,
ad effetto, lascia a bocca aperta: un colpo di scena teatrale, raccontato
straordinariamente bene…e quando chiudi il libro ti rimane un mezzo sorriso che
ti fa dimenticare tutto quello che pagina dopo pagina hai sperato di trovare ma
nel romanzo non c'è…ti rimane il piacere di un pomeriggio ormai autunnale
trascorso in compagnia di un libro comunque avvincente, che leggi
inevitabilmente tutto d'un fiato…buona lettura!
domenica 23 dicembre 2012
Tutti noi abbiamo un 15 luglio...
Che titolo bislacco, per un post, quello di oggi! Siamo quasi a Natale ed evochiamo il 15 luglio...
Ebbene, il titolo di oggi serve a introdurre la recensione classificatasi prima nella sezione "21-99 anni" del Concorso "Letture in ConCorso".
Si tratta di un video, realizzato da Silvia Fornasier, 23 anni. Il libro è "Un giorno", di David Nicholls. Tratto da quest'opera il film, uscito nel 2011, "One day".
Ebbene, il titolo di oggi serve a introdurre la recensione classificatasi prima nella sezione "21-99 anni" del Concorso "Letture in ConCorso".
Si tratta di un video, realizzato da Silvia Fornasier, 23 anni. Il libro è "Un giorno", di David Nicholls. Tratto da quest'opera il film, uscito nel 2011, "One day".
venerdì 21 dicembre 2012
Storie coi fiocchi!!
Venerdì 4 gennaio la Biblioteca rimarrà chiusa per consentire lo svolgimento dell'attività "Storie coi fiocchi".
Si tratta di letture animate a tema natalizio, rivolte ai bambini dai 5 agli 8 anni, tenute dai ragazzi del Gruppo Giovani Lettori.
I turni saranno 2: il primo sarà alle 15.30 (e ci sono ancora posti disponibili!), il secondo alle 17.30 (già esaurito). Entrambi si concluderanno con una piccola merenda. Ricordiamo che la prenotazione è obbligatoria (telefonate allo 0422600207 o scriveteci a questo indirizzo entro il 30 dicembre).
Cogliamo l'occasione per augurare a tutti i lettori un sereno Natale, e per ricordare che fino all'Epifania è possibile aderire all'iniziativa "Per Natale regaliamo un consiglio letterario"!
La Biblioteca rimarrà chiusa anche nei giorni 24-25-26-31 dicembre e 1 gennaio.
Si tratta di letture animate a tema natalizio, rivolte ai bambini dai 5 agli 8 anni, tenute dai ragazzi del Gruppo Giovani Lettori.
I turni saranno 2: il primo sarà alle 15.30 (e ci sono ancora posti disponibili!), il secondo alle 17.30 (già esaurito). Entrambi si concluderanno con una piccola merenda. Ricordiamo che la prenotazione è obbligatoria (telefonate allo 0422600207 o scriveteci a questo indirizzo entro il 30 dicembre).
Cogliamo l'occasione per augurare a tutti i lettori un sereno Natale, e per ricordare che fino all'Epifania è possibile aderire all'iniziativa "Per Natale regaliamo un consiglio letterario"!
La Biblioteca rimarrà chiusa anche nei giorni 24-25-26-31 dicembre e 1 gennaio.
martedì 18 dicembre 2012
Romanzo ricco d’azione e di mistero, ma anche di sentimento...
E' la volta del terzo classificato della sezione "15-20 anni" del concorso "Letture in ConCorso": si tratta di Mirko Piccoli, 20 anni.
Ha recensito il libro "The frozen boy" di Guido Sgardoli.
Ha recensito il libro "The frozen boy" di Guido Sgardoli.
Ho scelto questo libro perché, a differenza degli altri, mi è sembrato il più incentrato in un ambito scientifico, anche se, dopo solo alcune pagine, mi sono accorto di come il vero punto focale fosse un altro; il rapporto che s’instaura tra Robert Warren, un fisico nucleare, e Jim, il “bambino del ghiaccio” e il lungo e difficile viaggio che porterà a svelare il mistero delle sue origini. Il legame però è all’inizio difficile per lo scienziato, svuotato di ogni sentimento umano dopo la morte del figlio Jack durante la Seconda Guerra Mondiale e angosciato dall’uso fatto della bomba atomica (che lui stesso aveva contribuito a costruire) per eliminare decine di migliaia di persone in un solo istante. Per questo egli cerca riparo dai feroci tormenti della sua anima rifugiandosi in un’isola sperduta della Groenlandia, in una missione scientifica; ed è proprio lì che, mentre vorrebbe farla finita con le sue sofferenze gettandosi da una scogliera, nota quel fioco bagliore nel ghiaccio, che rappresenta forse la luce che potrà disperdere le tenebre che lo offuscano. In effetti, nonostante la sua iniziale indifferenza per il bambino, risvegliatosi miracolosamente dopo un lunghissimo periodo d’ibernazione, a poco a poco comincia a provare per lui un sentimento quasi paterno, proteggendolo dagli agenti del governo che vorrebbero usarlo per esperimenti. Lo stesso Warren si sorprenderà di come mai prima di aver conosciuto Jim fosse stato così premuroso e attento; vede in lui, ragazzino di circa dieci anni (invecchiato rapidamente dopo lo stato di congelamento fino a diventare una sorta di “giovane vecchio”) una seconda chance da sfruttare. E’ l’opportunità per cercare di redimere i suoi errori come padre, troppo freddo e dedito ai suoi studi per preoccuparsi dell’amore di sua moglie e di suo figlio. Durante il pericoloso viaggio per sfuggire agli agenti, infatti, lo difenderà da un gruppo di bulletti, lo aiuterà a camminare e nelle faccende di tutti i giorni ma soprattutto tenterà di integrarlo in una nuova vita. Jim, abituato alla vita dura e spartana della campagna del secolo scorso, è impressionato dai “carri senza muli e senza cavalli” e dalle comodità della vita moderna. In più indossava, quand’era ancora racchiuso nel ghiaccio, vestiti che alla vista di Warren e degli altri ricercatori sembravano decisamente antiquati e poi parlava quella lingua così indecifrabile... soltanto grazie a Beth, un’amica della sua ex-moglie, che coltiva un odio profondo per il professore ma che poi li aiuterà nel loro percorso, riuscirà a ottenere l’indizio fondamentale che li porterà alla scoperta del passato di Jim.Mi è piaciuto molto il fatto che lo scrittore sia riuscito a integrare una storia d’avventura con l’aspetto psicologico di un rapporto padre-figlio così poco ortodosso; consiglierei perciò questo libro a chiunque voglia leggere un romanzo ricco d’azione e di mistero, ma anche di sentimento, con un lessico semplice e scorrevole ma mai banale. Commovente è poi il finale dove i due riescono finalmente a ritrovare il villaggio dove Jim era nato e cresciuto con la sua famiglia, anche se non come se lo aspettavano… Lascio a voi scoprirlo!
venerdì 14 dicembre 2012
"La principessa che credeva nelle favole": il booktrailer
Vi presentiamo oggi la seconda recensione classificata (categoria "15-20 anni) del concorso di recensioni "Letture in ConCorso". Si tratta del booktrailer del libro "La principessa che credeva nelle favole", di Marcia Grad, costruito da Anna Maria Zampieri, 18 anni. Buona visione!
martedì 11 dicembre 2012
Per Natale, regaliamo un consiglio letterario!
In biblioteca, da qualche giorno, fa bella mostra di sè un albero di Natale, addobbato dal Gruppo Giovani Lettori.
I ragazzi hanno pensato di disporre alla base i loro libri preferiti, "offrendoli in dono" agli altri lettori.
Volendo dare a tutti i lettori l'opportunità di "regalare un consiglio letterario" (ma non avendo spazio), le bibliotecarie hanno pensato di predisporre dei bigliettini vuoti, che possono essere appesi ai rami dell'albero con il titolo del proprio libro preferito (e, volendo, gli auguri e la firma).
Speriamo di vedere molti lettori in biblioteca durante le festività di fine anno, ma casomai qualcuno non trovasse il tempo per passare, potrà scrivere il titolo e l'augurio via mail alla biblioteca (qui l'indirizzo). Le bibliotecarie lo trascriveranno sul bigliettino e lo appenderanno.
Dopo l'Epifania, raccoglieremo tutti i consigli e pubblicheremo un post in questo blog, liberando nell'aria limpida del nuovo anno il profumo dei vostri "doni letterari".
I ragazzi hanno pensato di disporre alla base i loro libri preferiti, "offrendoli in dono" agli altri lettori.
Volendo dare a tutti i lettori l'opportunità di "regalare un consiglio letterario" (ma non avendo spazio), le bibliotecarie hanno pensato di predisporre dei bigliettini vuoti, che possono essere appesi ai rami dell'albero con il titolo del proprio libro preferito (e, volendo, gli auguri e la firma).
Speriamo di vedere molti lettori in biblioteca durante le festività di fine anno, ma casomai qualcuno non trovasse il tempo per passare, potrà scrivere il titolo e l'augurio via mail alla biblioteca (qui l'indirizzo). Le bibliotecarie lo trascriveranno sul bigliettino e lo appenderanno.
Dopo l'Epifania, raccoglieremo tutti i consigli e pubblicheremo un post in questo blog, liberando nell'aria limpida del nuovo anno il profumo dei vostri "doni letterari".
domenica 9 dicembre 2012
Sette minuti dopo la mezzanotte... la recensione (completa) di Benedetta
Di "Sette minuti dopo la mezzanotte" di Patrick Ness, in questo blog, si parlò già un paio di mesi fa, attraverso un resoconto di un incontro del Gruppo Giovani Lettori. Anna Maria e Benedetta, che durante l'estate avevano letto il libro, si erano confrontate su questa storia intensa e per certi versi difficile.
Benedetta (De Nicolo) aveva appena consegnato la sua recensione scritta alla biblioteca: "Sette minuti dopo la mezzanotte" era infatti uno dei titoli proposti dalla commissione del concorso "Letture in ConCorso" 2012. Si è classificata prima nella categoria "15-20 anni".
Benedetta (De Nicolo) aveva appena consegnato la sua recensione scritta alla biblioteca: "Sette minuti dopo la mezzanotte" era infatti uno dei titoli proposti dalla commissione del concorso "Letture in ConCorso" 2012. Si è classificata prima nella categoria "15-20 anni".
“ Sette minuti dopo la mezzanotte” non è solo il titolo del
capolavoro di Patrick Ness, ma ha
tutto il sapore di un appuntamento al buio. Ogni notte, alla stessa ora, Conor, il protagonista di questa
storia, come capita spesso ai ragazzini della sua età, viene turbato da incubi;
uno in particolare lo terrorizza più degli altri: così brutto per un adulto ed
incomprensibile per un bambino da non volerlo nemmeno raccontare per la
fortissima paura che si possa trasformare in realtà. Una verità che non può e
non vuole accettare! Il problema è che spesso la vita vera mette ciascuno di
noi di fronte ad ostacoli troppo difficili da superare di cui gli incubi sono
solo un riflesso inconscio della mente, un modo che usiamo per liberarci di ciò
che non abbiamo il coraggio di affrontare perché le paure ci rendono fragili e
indifesi. L’altro aspetto da considerare è che non sempre, purtroppo, il
risveglio pone fine a tutto ciò. Conor, infatti, è nella vita di ogni giorno che
deve scontrarsi con un’amara realtà…amara non come la medicina per il mal di
pancia o le verdure che ogni bambino odia mangiare (gli unici gusti sgradevoli
che, a mio parere, da piccoli bisognerebbe conoscere), no! Amara come la
perdita della persona più cara, che più di tutti ci vuole bene.
Definirei questo libro
eccezionale per la capacità di avermi fatto di nuovo sentire piccola, ma allo
stesso tempo struggente come il vuoto lasciato quando qualcuno che ami non è
più accanto a te. Leggendolo, di fatto, ho provato per un istante il gusto di
essere bambina e, nonostante la tristezza della storia, il ricordare quegli
anni, mi ha fatto pensare a tutti i bei momenti vissuti. Ciò che davvero ha riportato
alla mente in me tutto questo sono state le tre storielle raccontate dal
mostro. Sembra quasi un controsenso perché di solito a narrarle, a letto, per
farti addormentare è qualcun altro: il papà a ritorno dal lavoro quando i
genitori non sono separati o la mamma quando a stancarla e a toglierle le forze
non è una malattia, che come una bestia non lascia scampo alla sua preda. La
cosa ancora più strana è che Conor non è intimorito dall’aspetto del mostro che
ha le sembianze di un grosso tasso vivente, che cammina per aiutare le persone
e che parla proprio come un essere umano…a spaventarlo, ogni volta che la sua
sveglia segna le 12.07, è che il grande tasso si metta a parlare, che gli
chieda la sua storia e soprattutto di raccontare la verità.
Ho apprezzato molto la semplicità
usata nel linguaggio ritrovata anche nel modo che l’autore ha scelto per
trasmettere il suo messaggio: i racconti, che proprio come quelle favole che
ascoltiamo da bambini ci insegnano sempre qualcosa…solo che a volte si fa
fatica a capirlo o ancor più vero si ha paura alla sola idea di farlo. La
ragione di tutto ciò è che la verità, anche se si continua ad evitarla, in una
maniera o nell’altra ricompare sempre e fa male. L’unico modo per affrontarla è
capire che si tratta della cosa migliore, convincersi che c’è in ogni caso una spiegazione
dietro a tanta sofferenza e credere che tutto alla fine si sistemi. Conor è
solo un bambino e come tutti i bambini non ha voluto ascoltare nessuno, ma ci
ha creduto…ha creduto nelle favole che lo aiuteranno a distruggere il vero
mostro che lo terrorizza. Non sarà per niente facile, soffrirà e piangerà, ma
quello che conta è che riuscirà a crescere e starà meglio perché al suo
risveglio si accorgerà che il buio è andato via per sempre.
Consiglio questo libro a coloro
per cui la frase ‘C’era una volta…’ non è solo l’incipit delle favole, ma è un
modo per ritornare indietro nel tempo. In particolare però rivolgo l’invito a
quanti, come me, ammirano il gesto di Conor che alla fine ha avuto il coraggio
di scontrarsi col suo incubo e lo ha sconfitto nel momento in cui lo ha
accettato; o semplicemente a chi vorrebbe sapere perché è così importante
farlo. Io ad esempio non posso dire di aver sconfitto tutte le mie paure, però allo
stesso modo del protagonista ho provato ad ascoltare il mostro, quando diceva
che ‘Gli umani sono bestie complicate.’e
che di fronte alla verità: ‘…non conta
quello che pensi perché la tua mente ti contraddirà cento volte al giorno. La
mente crede a bugie confortanti, mentre conosce le dolorose verità che rendono
necessarie quelle bugie. E la tua mente ti punisce perché credi contemporaneamente
a entrambe le cose.’. Riflettendoci ho capito che la verità fa male perché
è gia dentro ciascuno di noi ed è solo tirandola fuori che ci si può sentire
meglio. E tu?
lunedì 3 dicembre 2012
"Camminare correre volare" con le parole di Anna
Parliamo nuovamente del libro "Camminare correre volare" di Sabrina Rondinelli.
Lo facciamo grazie alla recensione di Anna Barbisan, 14 anni, terza classificata nella categoria "11-14 anni" del concorso "Letture in ConCorso" 2012.
Lo facciamo grazie alla recensione di Anna Barbisan, 14 anni, terza classificata nella categoria "11-14 anni" del concorso "Letture in ConCorso" 2012.
Asja è una ragazza di 14 anni, a cui fin da piccola è
stato attribuito l’aggettivo di “bambina cattiva”, è figlia unica, ed è
cresciuta senza un padre. Sta sempre in
compagnia delle amiche Miranda e Roberta, sue complici in numerose “avventure”,
come rubare nei negozi di cosmetici, fumare, trascorrere pomeriggi interi al
centro commerciale all’insaputa dei genitori.
Maria, sua coetanea, è, invece, una figlia e studentessa
modello, impegnata al massimo in tutto ciò che fa. Questo però non basta dal
momento che Maria non ha amici né amiche con cui confidarsi, con cui condividere
i propri sentimenti e le proprie emozioni. Lasciata in disparte da tutti o
meglio, indifferente a tutti, viene presa di mira da Asja e, con lei, da
Miranda e Roberta. Inizia così un periodo in cui Maria si racchiude in se
stessa, allontanandosi dalla madre, con la quale aveva sempre avuto un
bellissimo rapporto.
Asja inizia ad usare Maria un po’ come una schiava, a cui
assegna ricerche e compiti da svolgere per casa. Un giorno, durante un litigio
tra le ragazzine, Asja inizia a picchiare Maria, facendola finire all’ ospedale
con una gamba rotta. È da questo momento che Asja, abbandonata dalle sue amiche
e piena di sensi di colpa, inizia a rendersi conto di aver sbagliato, non solo
con Maria, ma in molte altre situazioni della sua vita. Decide di voler cambiare,
e inizia dalle piccole cose: a scuola cerca di stare attenta per essere ammessa
agli esami, frequenta un corso di atletica leggera ed uno di recupero. E
proprio durante questa attività inizia a chattare con Gabriele, un ragazzo che
non ha mai visto ma che la incuriosisce. In questa “nuova vita” Asja decide di
dare un’ opportunità anche a Maria, tanto che la aiuta a prepararsi per una
festa durante la gita di Genova. Un’ altra grande scelta che fa è quella di
cercare suo papà senza l’aiuto di nessuno, solo con un computer di un internet
point. Asja si sente cambiata e lo si capisce da tutte le sue azioni: si sente
migliore, si sente più determinata e sicura di sé, anche se il vero cambiamento
avviene solo alla fine del libro, quando riceve l’aiuto di una persona che lei
stessa non avrebbe mai aiutato e che non pensava minimamente potesse entrare a
far parte della sua vita.
Secondo me la bellezza di questo libro è il messaggio che
viene trasmesso ovvero che tutto può cambiare se lo si vuole davvero e se ci si
impegna fino in fondo, anche mettendosi in discussione. Questa lettura mi ha
coinvolto perché sin dalla scena iniziale ho trovato la vicenda attuale e
abbastanza realistica, anche se, fortunatamente, non ho finora assistito ad
episodi con così gravi conseguenze.
Inoltre, ho apprezzato il fatto che, finché non sono arrivata alla fine,
non sono riuscita a collegare tutti i tasselli e questo mi ha spinto a
proseguire velocemente nella lettura. Consiglierei questo libro in modo
particolare a tutte le persone che credono di essere perfette così come sono, a
tutti quelli che non accettano sconfitte o cambiamenti e non si fermano mai a
mettere in dubbio i loro comportamenti , nella speranza che questo romanzo
possa aprire in loro una nuova visione della vita. Inoltre, penso che questa
lettura potrebbe essere di conforto per coloro che si sentono soli e
abbandonati, un po’ come Maria.
A mio parere dobbiamo ispirarci ad alcuni lati del
carattere di entrambe le ragazzine: come Asja, dobbiamo essere determinati nel
raggiungere gli obiettivi, senza però compiere l’errore di calpestare o
sfruttare chi ci sta intorno; come Maria, non dobbiamo mollare mai, anche
quando tutto il mondo sembra contro di noi, o sembra non accorgersi della
nostra presenza.
Mi è molto piaciuta l’immagine che viene trasmessa dal
titolo: “Camminare, correre, volare…” perché tutti possiamo cambiare e
realizzare i nostri sogni, anche quelli che pensiamo essere irrealizzabili, e
possiamo subire un’evoluzione che ci migliori, se lo vogliamo con tutto il
cuore.
“Decidi chi vuoi
essere, solo quando lo saprai potrai imparare a volare.”
sabato 1 dicembre 2012
Concerto di Natale 2012
Biblioteca ed Assessorato alla Cultura organizzano il tradizionale Concerto di Natale, giunto ormai alla ventiseiesima edizione.
Si terrà nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, il 15 dicembre, alle ore 20.30.
Si esibiranno, come di consueto, alcuni cori del territorio: il Coro Fameja Alpina, la Corale D'Alessi, l'Ensemble Ravel.
Per vedere la locandina, clicca qui.
Ingresso libero e gratuito.
Per informazioni, contattate la Biblioteca.
Si terrà nella chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, il 15 dicembre, alle ore 20.30.
Si esibiranno, come di consueto, alcuni cori del territorio: il Coro Fameja Alpina, la Corale D'Alessi, l'Ensemble Ravel.
Per vedere la locandina, clicca qui.
Ingresso libero e gratuito.
Per informazioni, contattate la Biblioteca.
Iscriviti a:
Post (Atom)